Mio nonno e le scarpe rivelatrici

person Pubblicato da: Octavianus Staff list In: Laboratorio Sopra: comment Commento: 0 favorite Colpire: 345

Mio nonno tagliava barbe e vestiti a tutti. Il rasoio a lama libera da affilare sul cuoio, a staffila; una striscia di cuoio attaccata al muro sulla quale passare la lama per rifare il filo.

Nonno era sarto e barbiere, a quel tempo si usava.

Una botteguccia coperta da travi e tegole sotto le quali era stato applicato qualche foglio di masonite ricoperto da carta bianca, si usava anche questo. I suoi clienti erano gli uomini di tutto il paese, braccianti, muratori, qualche proprietario di un piccolo pezzo di terra, i due proprietari di qualche ettaro di terra ed i loro fattori.

Tra i clienti anche i pochi altri artigiani, il calzolaio ( in paese erano due ed uno era il fratello di mio nonno, lo " zio Ferdinando " ), il falegname, il meccanico. Mio nonno tagliava barbe e vestiti a tutti. Il rasoio a lama libera da affilare sul cuoio, a staffila; una striscia di cuoio attaccata al muro sulla quale passare la lama per rifare il filo.

Per alcune barbe era necessario affilare spesso, anche dopo ogni singola passata. Barbe dure, barbe da leggenda. I loro proprietari pareva portassero una maschera anche subito dopo averla tagliata, e si che nonno insaponava senza badare a spese. Poi, in genere dal pomeriggio alla sera, la bottega diventava un rustico atelier.

Sul vecchio tavolo si segnava e si tagliava la stoffa, la vecchia Singer aspettava di cucirla. Stoffa pesante adatta alla confezione di abiti per uomini dalla barba dura e dalle mani rovinate dal lavoro, ma anche un tantino più leggera da usare nelle feste comandate. Entrambe in fustagno di cotone, la seconda un po, ma poco, più fine, della prima si diceva che una volta cuciti i pantaloni potevano stare in piedi da soli.

I modelli erano quelli di sempre, i colori due :nero e marrone. Io assistevo alla loro nascita con gli occhi di un bambino che vede le cose prendere forma, poi, alla domenica, vedevo quei vestiti camminare, occupare posti in chiesa, formare crocchi in piazza. Poco importava chi ci fosse dentro, io li avevo visti nascere ed era come se avessero vita propria, avrebbero potuto camminare, sedersi, gesticolare. Io li conoscevo già.

Ecco questo era mio nonno, un creatore di abiti da far indossare ad uomini ripuliti e sbarbati. Certo qualche lamentela c'era, a volte ci si lamentava per la lunghezza delle maniche, troppo corte o troppo lunghe. Le obiezioni cozzavano però contro la tecnica sartoriale del nonno che da qualche parte aveva letto che le maniche, per un uomo perfetto ( un modello diremmo oggi ) devono essere 55 cm. Quindi a chi lamentava una lunghezza sbagliata, il nonno riservava sempre la stessa risposta : ma io le ho fatte d 55....Se il cliente non corrispondeva alla perfezione il problema era suo.

Ma mio nonno non era uno sciocco, diciamo si difendeva con la teoria per rintuzzare le obiezioni, dopo di che accorciava o allungava secondo necessità. A volte ho avuto il dubbio che lo facesse apposta. Il vecchio combattente, bersagliere della grande guerra, nascondeva da qualche parte un'anima burlona.

In tutto ciò non mancava di passarmi qualche osservazione, un consiglio, una raccomandazione su come muovermi verso gli altri cercando di capire chi avevo di fronte e come dovevo comportarmi. Alla domanda di un bambino: " nonno, ma come faccio a capire tutto questo ? " La risposta era lapidario ed anche nel tono non accettava obiezioni : "se vuoi sapere con chi hai a che fare guardagli le scarpe." Per capire ho impiegato tanto tempo da essere diventato vecchio.

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